Invocabit me Mi invocherà
et ego exaudiam eum e io gli darò risposta;
eripiam eum lo libererò
et glorificabo eum e lo renderò glorioso.
longitudine dierum Di lunghi giorni
adimplebo eum. lo sazierò introito Ps 90, 15ac-16a
O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima,
segno sacramentale della nostra conversione,
concedi a noi tuoi fedeli
di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo
e di testimoniarlo con una degna condotta di vita. colletta
Il
canto iniziale della Messa c’introduce nel cuore del cammino quaresimale. Forse
non ci siamo nemmeno accorti che nel cantare e nell’ascoltare i versetti
conclusivi del salmo 90 (15ac-16a)
riportiamo le parole di un dialogo tra due persone. Siamo forse osservatori
‘estranei’ ai margini di un incontro? Chi sono le due persone lo scopriremo
quando ci soffermeremo sulla pagina evangelica che oggi ci narra l’episodio
delle tentazioni affrontate da Gesù (Lc 4, 1-13). Sono 1] il Padre, il quale
permette che il Figlio sia messo alla prova come novello Giobbe, e 2] il Figlio
stesso, ‘pieno di Spirito Santo’. Il Pneuma divino lo guida nel deserto dove
sarà insidiato con insistenza diabolica dal Nemico che Egli sconfiggerà e
lascerà esausto, in dissoluzione.
La quaresima è un itinerario di fede.
Con l’aiuto di strumenti adeguati – la preghiera e il digiuno, ma non solo –
ridestiamo l’attenzione al prossimo e all’universo intero, in modo tale da recuperare
l’orientamento verso Cristo che incontreremo nello splendore della luce
pasquale.
Siamo entrati in un tempo
privilegiato per ‘crescere nella conoscenza del mistero di Cristo’.
Conoscere il Cristo presentato nei Vangeli e testimoniato dai santi per poterlo
riconoscere quale D-i-o e Fratello. Conoscere il Figlio di D-i-o al fine di
riconoscerlo in noi stessi e in ogni altra persona, nello scoprire i mille modi
con cui si presenta e si riflette in noi creature, chiamate a divenire la sua
icona vivente. Nella testimonianza all’apice del nostro divenire-Cristo,
attraverso le tappe della sua e nostra esistenza. Dalla nascita al perderci
nell’oceano di D-i-o attraverso le varie tappe che i Vangeli, in particolare le
pericopi quaresimali, ci propongono. Narrazione di una realtà che si è concretizzata ieri per
ri-presentarsi oggi ed essere di nuovo attuale domani.
L’introito Invocabit me è una canto
in sol plagale (VIII modo). Presente nei tre principali repertori cantoriali
delle Chiese latine (romano, gregoriano, ambrosiano), la melodia
si snoda attraverso alcuni segmenti nei quali affiorano più volte dei passaggi
che si corrispondono con maggiore o minore varianti, quasi fosse un processo di
allitterazione. Si consideri il neuma cadenzale ‘viola’ con un unico sol
3 volte, mentre 2 volte il sol è congiunto alla nota precedente nella
figura della clivis la-sol. Oppure si ascolti con attenzione l’elemento
ascendente ‘giallo’ sol-do (segmenti 1 e 3); esso compare
con altre due differenti proposte: sol-la-do (s. 4a) e sol-la-si-do
(s. 2). L’apice melodico raggiunge il mi acuto e sottolinea
l’importanza centrale del messaggio/promessa del Padre che prevede la libertà e la
glorificazione di chi si abbandona a Lui compiendo la sua volontà.
Bruder
Jakob