Il Vangelo di oggi si conclude con un invito che sembra irreale e beffardo: fare festa e rallegrarsi. Ancora sotto il bombardamento crudele del Covid, mentre si ha l’impressione di essere strangolati dalla morsa di una guerra fratricida? Come si permette la Chiesa di distogliere la nostra attenzione dal momento presente e trastullarci con una fiaba fantasiosa a lieto fine? E se non fosse un’illusione? Negli ultimi decenni che cosa è realmente accaduto intorno a noi nella società europea, che cosa è accaduto in ciascuno di noi? Malattie tremende come la tubercolosi e la poliomielite sono state debellate; le palazzine dei grandi sanatori sono state trasformate in residenze per le vacanze godute in libertà. La vita si è allungata e un certo benessere ha dato a tutti la possibilità di uscire dalle caverne dell’analfabetismo e della miseria nera. Abbiamo assaporato la brezza rinnovatrice di un mondo nuovo e migliore. Poi qualcosa è andato storto. La sobria ebbrezza dello Spirito è stata dispersa da altre correnti che presto si sono rivelate per quello che di fatto erano: non vita, ma morte; non luce, ma tenebre; non benessere, ma disperazione; non realtà, ma illusione; non pienezza vitale, ma vuoto stracolmo di angoscia... Poco per volta il Male è riuscito a prevalere con l’inganno: ha sollecitato le pulsioni negative e ha convinto che ormai si stava realizzando il sogno di sempre: l’uomo ha abbandonato lo stato di schiavo e finalmente è assurto a dio. Ora può rivelare la sua potenza senza limiti. Purtroppo. Nel male. Questo vortice di idolatria ha ingoiato, stritolato e polverizzato tutto. Così è stato facile modellare una nuova società, come se si trattasse di fabbricare i sanpietrini ‘artificiali’. Il risultato si è progressivamente rivelato in tutto il suo orrore. È stato il capovolgimento dei valori: i vizi sono diventati le nuove ‘virtù’ da ostentare e di cui vantarsi in un contesto sempre più cinico, condizionato dai nuovi parametri i cui punti di riferimento sono l’invidia, l’ignoranza, la corruzione, la violenza e altre ‘nobili’ disposizioni d’animo alimentate dalla droga, sostenute dalla criminalità, giustificate dall’ignoranza. Il trionfo dell’uomo-dio rivela ciò che siamo diventati nel processo di mutazione genetica: da persone libere siamo divenuti robot programmati dai tiranni di turno. Così siamo finiti miseramente su un altro pianeta e fuori di noi stessi. Vaghiamo senza meta e finiamo sballottati qua e là, sospinti nel gregge e nella mandria disordinata che rischia di calpestarci. Come è successo al figliol prodigo. La sua storia non è una fiaba strappalacrime. La sua storia si è aggiornata nella nostra vita. Speriamo di racimolare le poche forze sane che ci rimangono, le scintille dell’ essere profondo nascoste sotto la cenere dei nostri fallimenti. Cessiamo di fissare la larva di noi stessi e volgiamo lo sguardo fino a incrociare il volto del Padre. Il deificum lumen ci aiuterà a trovare la via del ritorno a noi stessi, nel riscoprire chi realmente siamo: figli di D-i-o, chiamati a vivere nella purezza del cuore, nella ricerca della verità, nella gioia di condividere il bello, il buono, la vita di Cristo, vero D-i-o e vero uomo.