Restauro del libro
Dal 1970 è stato attivato il laboratorio del restauro del libro diretto con competenza e dedizione da Don Gregorio Martin. Punto di riferimento in Sardegna ad esso si rivolgono non solo Enti ecclesiastici ma anche, e negli ultimi tempi soprattutto, archivi e biblioteche isolane e della penisola, oltre che i maggiori collezionisti privati. “Davanti a un reperto antico rosicchiato dai topi o aggredito dalla muffa, chiunque si metterebbe le mani nei capelli! Il monaco restauratore, invece con calma, davanti al problema studia la formula migliore d’intervento. Le fasi preliminari del restauro del materiale cartaceo sono la disinfestazione, l’esame delle particolarità codicologiche, la fascicolazione, l’impaginazione, la foratura e la rigatura. Si smonta e si scuce, provvedendo alla pulizia con un apposito pennello; segue il fissaggio, il lavaggio e lo sbiancamento. Quando lavare o sbiancare? Molto dipende dall’esperienza del restauratore e dall’entità del danno. La deacidificazione è il test sull’acidità della carta e degli inchiostri e può essere acquosa o alcolica, a seconda dei materiali da trattare. Il restauro vero e proprio consiste in diverse fasi: la velatura, la sutura, il risarcimento delle lacune, l’imbrachettatura e lo spianamento. Le fasi preliminari del materiale membranaceo, soprattutto la pergamena si articolano nelle seguenti fasi: la disinfestazione, la ricognizione, lo smontaggio, la scucitura. In più, occorre fare attenzione ai colori delle miniature, evitando il lavaggio e lo sbiancamento, poiché l’acqua aggredisce in maniera irreparabile la pergamena. L’ammorbidimento restituisce flessibilità alla pergamena, lo spianamento elimina le rughe e le grinze. La saldatura e i rifacimenti, soprattutto negli atti notarili ridanno nuova vita, avendo cura di individuare la direzione del dorso. Per la legatura del libro sono necessarie le assi lignee e la coperta.
Le assi sono rettangoli di legno che agganciate ai nervi della cucitura servono di custodia al libro; la coperta è il rivestimento delle assi e può essere di pelle o di pergamena. Dall’accuratezza impiegata nella fase finale dipende il buon esito di tutte le precedenti operazioni, quasi una rivelazione del lavoro nascosto che trova forma nella fase finale. In Italia sono diversi i luoghi monastici che contribuiscono al salvataggio di materiale prezioso, sia per conto di istituzioni pubbliche che di privati in possesso di manufatti preziosi. La pazienza e l’esperienza unite alla dedizione senza riserve e senza lucro permettono interventi di grande rilievo, degni di quella competenza che sembra sempre più difficile incontrare.